Lazio, gli ultimi sei mesi di Radu: ecco il suo futuro

ROMA Il pallone nascosto a Rui Patricio, il ghigno beffardo, il modo per essere coinvolto e farsi apprezzare dai tifosi nel derby senza nemmeno scendere in campo. A gennaio si entrerà nei 6 mesi finali di Radu alla Lazio, bandiera e recordman di presenze, primatista di osmosi biancoceleste. Più romano che romeno, la battuta ripetuta nel corso della lunga militanza nella Capitale. Contratto fino al prossimo 30 giugno, l’ultimo della sua vita calcistica. È arrivata ai titoli di coda per sua scelta, non si vede con una maglia diversa da quella indossata per quasi l’intera carriera. Punta a chiudere bene, togliendosi qualche altra soddisfazione personale, infilando gli scarpini e una maglia da protagonista, seppur senza la continuità di una volta. Stefan non molla, finora è sempre stato tra i convocati, per infortunio non è mai uscito dalla lista. Il countdown è scattato, deve battere il tempo che scorre, le gerarchie fissate da Sarri, i possibili innesti dal mercato nel suo ruolo. 

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Storia

La Coppa Italia e la Conference League possono regalargli nuove occasioni. Professionista esemplare, si allena al massimo con l’obiettivo di ritagliarsi altri momenti in primo piano. A breve compirà il 15esimo anniversario a Roma, il battesimo fu il 30 gennaio 2008, trasferta di Coppa Italia con la Fiorentina. Subito schierato al centro della difesa in coppia con Siviglia, esordio con vittoria in rimonta (1-2). La Lazio ora cerca un terzino sinistro sul mercato, Radu cerca qualche chance in più per aggiungere delle tacche alla collezione delle presenze: al momento sono 426, staccati da tempo Favalli (401) e Wilson (392). In questa stagione sono state soltanto 2 le apparizioni, entrambe in Europa League nelle prime gare contro il Feyenoord all’Olimpico e nella trasferta-disastro con il Midtjylland: 67 minuti complessivi nella fase a gironi.  

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Ammissione

Radu ha saputo ritagliarsi lo stesso il suo spazio nel derby vinto lo scorso 6 novembre. Gesto smaliziato a bordo campo, battibecco perdi-tempo con il portiere avversario, un atteggiamento apprezzato dai laziali: c’era da difendere coi denti la rete – risultata decisiva – siglata da Felipe Anderson. Ha compiuto 36 anni il 22 ottobre, già in estate durante il ritiro aveva mostrato di avere le idee chiare. Oltre a quella atletica, stava svolgendo la preparazione ai saluti. «Al 99% tra 12 mesi smetterò di giocare. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di chiudere la carriera qui. Ho preso la mia decisione, voglio svuotare il serbatoio e conquistare qualcosa d’importante quest’anno», ha raccontato ai microfoni del club. 

Lazio, Gila jolly per l’Europa

Percorso

Per la Lazio, con la Lazio. Ha toccato tre decadi e conosciuto 7 allenatori: da Delio Rossi a Sarri, passando per Ballardini, Reja (due parentesi), Petkovic, Pioli e Inzaghi. Ha lasciato la Nazionale per dedicarsi a pieno al club d’appartenenza, l’ultima partita con la Romania risale al 22 marzo 2013 contro l’Ungheria. Ci hanno provato e riprovato trovando la porta chiusa. Dedizione e attaccamento, ha rifiutato proposte allettanti di altri club di A, anche quando avevano messo sul tavolo contratti più lunghi, quindi più milioni di euro. L’esperienza è agli sgoccioli, Radu prova a scrivere nuove pagine di Lazio. La storia si può sempre ritoccare in meglio. 

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